L’arte come linguaggio espressivo del tema ambientale. Così artisti, musicisti, registi e stilisti nella Sabina, dal 20 al 26 settembre, hanno tratto ispirazione e reso omaggio alla Terra.
Si è concluso il 26 settembre «Momento 01» in Sabina (provincia di Rieti). O forse «concluso» non è la parola giusta, perché i «Momenti» di arte che accompagnano il tema ambientale continuano oltre gli eventi e oltre i programmi, come un «fil rouge» che si dipana nel tempo e in spazi senza tempo. Iniziato il 20 settembre, nel quadro del Progetto «Hearth Platform» – Arte e Terra – nel triangolo di Mompeo, Casaprota e Montenero, col suo paesaggio immutato e intatto, si sono avvicendati artisti, musicisti, compositori, registi, stilisti, ambientalisti e attivisti, ruotando sincronicamente, nei «Momenti» speciali delle 10.10, delle 12.12 o delle 14.44, ecc. Nulla di nuovo, se si pensa alla «Settimana per il Clima di NYC» e alla «Settimana Globale di Sciopero per il Clima»; tutto di nuovo se si pensa a un artista, Miltos Manetas, che ha voluto rompere con gli schemi tradizionali degli interventi artistici nelle gallerie e ha proposto la natura come scena dei «Momenti» arte e ambiente. E come racconta «Alice nel Paese delle Meraviglie»: “Alice non ebbe un solo istante l’idea di fermarsi nella buca della conigliera e in cui si sprofondava così improvvisamente e si sentì cadere giù rotoloni in una specie di precipizio che rassomigliava a un pozzo profondissimo”. E anche noi in questo pozzo ci siamo caduti.
I partners internazionali, tra cui Il Climate Reality Project Europe, Diemvoice, 350.org, Italian Climate Network, e quelli locali come SabinARTi, e molti altri ancora, hanno accompagnato la calorosa accoglienza delle istituzioni dei tre comuni. Per chi si aspettava un programma su cui incollarsi, sorprese e improvvisazioni: il programma lo creiamo, insieme.
Joseph Beuys, con il limone e la lampadina «Capri Battery», è stato il logo dell’iniziativa, su ogni immagine e fotografia dei «Momenti» in Sabina: nel magnifico castello di Montenero, nella sala proiezioni del Castello di Mompeo, nel teatro municipale di Casaprota, e nel Palazzo Gatto a Casaprota, con la vista dal giardino mozza fiato, e la cantina che custodisce segreti di un passato lontano e la dedica di Luis Sepúlveda; ma anche al bar, nella piazza, nella biblioteca delle tre municipalità, mentre ci mischiavamo nella quotidianità degli abitanti locali, che malcelavano diffidenza e curiosità.
Passeggiate nella natura con le musiche di Gnac e Howie B di sottofondo, con inquadrature nette e sfuocate del regista Emiliano Montanari; monologhi incantati nei castelli, tra cui, splendido, quello con Brunella Antomarini, scrittrice e filosofa; il «Nuovo Afghanistan» sul Monte Tancia, poeticamente e simbolicamente fondato con la principessa Soraya Malek D’Afghanistan; la «Nuova Gerusalemme», in cui ci si arriva smarrendosi per una stradina appena visibile sulla strada provinciale, e sulle cui mura, che ricordano il luogo sacro tanto condiviso quanto conteso, sono stati appesi tele di pittori e i fili di marionette della russa Antonina Alexeeva; quel muro da cui, si racconta, venne fondato il mondo.
Massimo Sgroi, che, con toni umanamente intensi, ci ha raccontato Pepe Mujica; i film di Wim Wenders e Sebastiano Salgado, evocando esperienze estetiche esemplari e potenti; la giacca dello stilista Fabio Quaranta che, improvvisamente, appesa a un gancio all’entrata del Castello di Montenero, ne è diventata il guardiano; «Momenti» di poesia e bellezza con Riccardo Duranti, letture sotto la quercia al ristorante «La Quercia» con Guido Accascina e i suoi 21 punti alle 21.21 del 21 settembre, opere nella natura, come «Save the Bees» di Guido Gazzilli, e immedesimazioni con gli elementi naturali; il documentario «Ethos» del regista Berardo Carboni, «Momenti» di teatro con Guendalina Salini, tra tappeti zingareschi e liquore al caffè, inframezzati dai video instagram di Vanessa Beecroft, di Priscilla Tea, e di Mai Ueda; e dalle opere di Joseph Kossuth e di Ai Wei Wei con Hong Kong che brucia, mentre l’Amazzonia brucia. Un BlackBerry Painting di Miltos Manetas che col pennello ha simulato di dipingere le curve delle montagne di Montenero e noi, appassionati nell’azione di coinvolgere la comunità locale, filmandoci col BlackBerry; il Momento «Padre e Figlia», con Marco Aroldi che ha lasciato per qualche ora il suo duro lavoro da contadino e ha imbastito nel castello di Mompeo un banchetto col suo artigianato fatto da oggetti in vite, mentre la figlia, Sabina, ha appeso sulla bacheca i suoi disegni: linee e colori, emozioni e pensieri sul cambiamento climatico; nella cava, la sera, con la torcia, tra le pietre bianche e la luna.
Lassù in alto, da una stanzetta del Castello di Montenero, affacciandosi da una finestra, la tela di Giovanni Politi, poggiata su un muretto di pietra, costruito dal sindaco. Collegamenti via whatsapp coi «Leaders» del Climate Climate Reality Project: con Vergine Maria (Palermo) con «Retake» che, coi suoi volontari, ripuliscono le spiagge; con Milano, col «Climate Week Symposium», con la CGIL di Roma, e con Berlino, alla seconda Conferenza Internazionale: «Our Climate, our Future», Helmotz Climate Initiative.
E in overreality presenti i social leaders del momento: Pepe Mujica, Yanis Varoufakis, Greta Thurberg, Alexandria Ocasio-Cortez, Kuki Gallmann, Al Gore; e anche Giovanni di Pietro di Bernardone, più conosciuto come Francesco, o San Francesco, cui si è voluto riconoscere il nome dell’uomo e non del santo.
Incontri e confronti coi Sindaci e gli Assessori delle tre municipalità, attenti al tema dell’ambiente, e con l’impegno a proseguire il lavoro, insieme.
Forse il vero successo di «Momento 01» è stato portare la gente a pensare a qualcosa di diverso, o meglio a un modo diverso di pensare le cose. Perché il proprietario del bar di Casaprota, o il funzionario di Montenero, se anche inizialmente con sguardi dubbiosi, durante lo svolgersi dei «momenti», incalzavano con tono divertito sull’ora del prossimo evento: «Alle 21.21 o alle 22.22?»: uno «switch» di pensiero. Qualcosa è cambiato. Ed è da questo cambiamento che vogliamo continuare, ripensando e ripartendo dall’ambiente in maniera diversa.
«Momento 01» perché lo 0 è infinito e l’1 è l’inizio di qualcosa di nuovo.
D’altronde il prologo del catalogo di «Momento 01» non ha un paragrafo né una frase di chiusura, ma soltanto la scritta «to be continued», come una porta che si lascia socchiusa per aprire nuovi spazi: un pensiero nuovo.